La grandezza delle piccole cose

Il pittore Dick Ket (1902-1940) aveva un occhio speciale per ciò che è antiestetico.

La grandezza delle piccole cose

Un bambino a volte raccoglie una piccola pietra, un pezzo di vetro, un guscio e lo tiene in tasca; anche un essere umano raccoglie molte piccole cose lungo il percorso della sua vita.

Forse li mette, per così dire, in un barattolo che rimarrà dimenticato per decenni in un armadio. Quando trasloca o pulisce, si imbatte nel barattolo, lo guarda con tenerezza, non vede niente di speciale ma non lo butta via, perché qualcosa glielo impedisce.

Alcune persone credono che i grandi eventi non siano una coincidenza, sì, quelle piccole cose non contano, accadono e basta. Sono come gli oggetti che hai sempre intorno, sono lì e non li consideri meritevoli della tua speciale attenzione.

A un bambino è stato chiesto cosa aveva visto a una festa di compleanno. Lui ha raccontato cosa c’era sul pavimento accanto al registratore di cassa in piscina. Quando il genitore impaziente gli ha detto di raccontare solo le cose importanti, il bambino ha reagito con sorpresa: “Penso che tutte le cose siano ugualmente importanti”.

Com’è possibile distinguere tra il corpo e le singole cellule di cui è composto? O tra un aeroplano e le sue parti metalliche? Tra la pioggia e le goccioline? Tra le molecole e gli atomi? Una cellula malata può significare un ammalato a letto, un pezzo mancante di aereo un disastro; la pioggia ci laverebbe via tutti se non ci fossero le gocce. E chiunque approfondisca un po’ le infinite possibilità di un atomo…

Il bambino ha raccolto i suoi tesori per un motivo. Ogni pietra, forse insignificante agli occhi altrui, è stata un momento prezioso, un momento di attenzione, di ammirazione, di interesse. Un giorno il vaso dei tesori potrebbe riapparire e forse essere visto da una prospettiva diversa. Ci sono molti ricordi non legati ad alcun sentimento. Ti vengono in mente di tanto in tanto e non sai per quale motivo.

In un album di poesie di molto tempo fa, in cui c’erano cliché e battute sciocche, ma anche rime molto coraggiose, c’era una poesia che ricordo molto bene. Si tratta di piccole cose che però possono significare molto per le persone: “Un sorriso, un cenno del capo, uno sguardo dolce fanno una grande differenza nella vita di tutti”. Forse troppo didattico, ma significativo. Iniziava così: “Anche se sei piccolo, hai tutto, hai molto da dare”.

Un volantino dell’Associazione per l’epilessia, mai letto, ma il titolo mi è rimasto in mente: “Il potere delle piccole cose”.

Un autoritratto di Dick Ket allo Zuiderzee Museum, con quelle unghie blu e la “bacchetta nelle dita”, un ricordo di repulsione. Chi avrebbe mai pensato che quel “sassolino” o forse in questo caso piuttosto un “guscio”, si sarebbe poi rivelato la base di un’intuizione? Ket ha dipinto le piccole cose della sua vita quotidiana con tanto amore, lui… tra tutte le persone.

 

 

Dick Ket

Il pittore Dick Ket (1902-1940) aveva un occhio speciale per ciò che è antiestetico. A causa di un difetto cardiaco congenito, è stato legato alla casa (dei suoi genitori) per molti anni. Quindi era in quello che oggi chiamiamo un “lockdown” estremamente lungo. Ha affrontato questo problema realizzando innanzi tutto un gran numero di autoritratti, nei quali ha ritratto con cura anche le caratteristiche esteriori della sua malattia. Ha disposto intorno a sé oggetti semplici, spesso incrinati o ammaccati, per creare dipinti di nature morte molto speciali. Gli oggetti erano disposti su un tavolino secondo determinate linee, spesso parzialmente sovrapposti tra loro, e Ket li dipingeva meticolosamente, ma visti dall’alto. Le nature morte così create hanno un carattere completamente diverso da quelle dipinte “semplicemente di fronte”. In una delle tante lettere che Ket scrisse alla sua fidanzata, Nel Schilt, affermava:

…cosa c’è di più tra cielo e terra, ci penso tutte le volte che dipingo nature morte. Proprio in queste cose morte sento la presenza dell’onnipresente e mi sorprendo a pensare e a trattare con amore questi oggetti morti.

Questo amore, che può anche sopraffarci nella nostra esistenza stagnante, ad esempio nella pace di un isolamento, dà splendore a ciò che è sgradevole, mette ordine a ciò che sembra incoerente. Ricordi semplici, di un verso in un album, il titolo di un libro, una dichiarazione di qualcuno, una battuta che non dimentichi e non sai perché… possono sovrapporsi e adattarsi a certe linee, possono dirti molto. Il perché della loro esistenza e della loro vicinanza. Il modo in cui insieme, e talvolta da soli, visti dall’alto con amore, formano un modello narrativo, costruiscono una visione e possono essere la fonte di una storia. Hanno aspettato fino al momento in cui sei diventato silenzioso, per poterli sentire parlare e vedere attraverso di loro quel grande qualcosa, che è fatto di piccole cose.

small things

Image: Museum Arnhem NL

La didascalia di una fotografia, uno scherzo, il frammento di una rivista, la risata di qualcuno, un commento inaspettato, una frase in un libro non proprio buono, le pietre, le conchiglie e i cocci, non sono state raccolte senza motivo, ma formano un mosaico. In un momento incustodito, in un’assenza di attività, uno sguardo fuori o solo in attesa, si rivelano, mostrano che sono lì per servirti. Il barattolo si rivela uno scrigno di tesori, pieno di pezzi di preparazione, e tutto punta in una sola direzione: verso la totalità. Questo è il potere delle piccole cose.

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Informazioni sull'articolo

Data: Agosto 2, 2020
Autore / Autrice : Amun (Netherlands)

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