Sopravvivenza, regole morali e il sacro

Diversi livelli di coscienza in ognuno di noi conducono al sentiero della ricerca spirituale e della trasfigurazione.

Sopravvivenza, regole morali e il sacro

Siamo esseri cosi totalmente diversi? Oppure attraversiamo tutti un processo di ricerca che ci porta verso  livelli di coscienza differenti, sempre più astratti e spiritualizzati? 

Prima di cercare una risposta a queste domande, non dobbiamo dimenticare che differenze e somiglianze sono mere classificazioni.

In quanto esseri biologici, abbiamo un tipo di coscienza basilare e concreta: l’auto-consapevolezza del corpo fisico e della sua vitalità garantisce la nostra sopravvivenza.

Osservando la storia antica, ci vediamo come esseri umani primitivi, con un linguaggio articolato debole, che punta direttamente agli oggetti. La sensazione del tempo era solo l’oggi, e il momento era adesso! E, naturalmente, non c’era alcuna pianificazione per il futuro lontano. La vita era esistere. E lo spazio era proprio dove c’era il corpo fisico. 

A questo livello, la nostra priorità era mangiare, dormire, riprodursi e allevare bambini per perpetuare la specie. In ultima analisi, le nostre sensazioni, guidate dai cinque sensi, orientavano le nostre percezioni secondo le circostanze. Era basilare estinguere la fame e la sete, reagire al pericolo imminente, sedurre ed essere sedotti.

Fermiamoci un attimo a pensarci. Non è forse vero che questa consapevolezza di “restare vivi nel tempo e nello spazio” persiste ancora oggi, in mille modi diversi, dentro tutti noi?

La consapevolezza sociale ci spinge verso la costruzione collettiva. Viviamo come una famiglia, e lavoriamo sodo per mantenerla come tale; svolgiamo ruoli sociali che proteggono la sopravvivenza del gruppo. Ma, per quanto sofisticata possa essere la nostra coscienza, non è anche vero che, se la conoscenza di sé è estesa alla percezione dei bisogni emotivi e mentali, essa è ancora focalizzata sull’ambito morale-razionale?

Sì, poiché viviamo in una società, è importante mostrare solidarietà. A causa di questo, cerchiamo di frenarci per rispettare gli altri, seguiamo le regole del comportamento più appropriato e tramandiamo informazioni alle generazioni future. Pertanto, facciamo ogni sforzo per perpetuare la tradizione o trasformarla, aggiornarla, rompere con essa e, paradossalmente, finiamo per creare una nuova tradizione, sempre polarizzata tra le coppie di opposti bene/male, corretto/sbagliato, giusto/ingiusto.

Dopo tutto, cosa cerchiamo quando ci relazioniamo con gli altri? Probabilmente speriamo di ottenere migliori forme di sopravvivenza fisica, emotiva e mentale in relazione ad altri esseri umani. Insomma, non è per questo che abbiamo creato la Scienza, la Filosofia, l’Arte, la Religione?

Diamo grande valore all’azione mentale e rispecchiamo i sentimenti e le reazioni del gruppo. Il nostro linguaggio – simbolico, mediatico, tipico dei social network creati dalla tecnologia – garantisce la coesione del gregge sociale. E qual è la nostra nozione di “tempo”? Solo una linea che parte dal passato e va al futuro, passando attraverso il presente (che è effimero e deve essere sfruttato – ogni persona sceglie il significato di “godersi il tempo”). Così, la vita passa molto rapidamente. A questo livello di coscienza, ci sembra che lo “spazio” sia il luogo virtuale dove esistono le nostre emozioni e le nostre menti.
 
In questo secolo, che cerca salute e longevità, siamo consapevoli che mangiare è nutriente, dormire è fondamentale per stare bene il giorno dopo, la riproduzione è un diritto opzionale, educare i bambini è un’azione condivisa con le varie istituzioni sociali. Insomma, le nostre azioni principali sono riassunte nell’informarsi, studiare, lavorare, vivere insieme – per continuare a mantenere e migliorare lo status quo della sopravvivenza individuale e del gruppo.

Stanchi di una vita che va dalla culla alla tomba senza altro significato che la sopravvivenza, ci sforziamo di andare oltre il livello di regole e dogmi per raggiungere l’ineffabile, l’indicibile, il sublime, il sacro.

È allora che alcuni saranno attratti dalle scuole iniziatiche che, in tutti i tempi della storia e in numerosi punti dello spazio, hanno sempre puntato a “qualcos’altro”.

Tutte propongono una nuova coscienza, che ci permetterà di trasformarci in un Nuovo Essere e, per questo Nuovo Essere, il pensiero non sarà più concreto. Questa saggezza, che non si limita a raccogliere informazioni, richiede un’immersione molto più profonda nella vera conoscenza di sé. Secondo Ermete Trismegisto, Buddha, Platone, Plotino, Pitagora, Lao Tzu, Valentin Andreae, Marsílio Ficino e molti altri, chiunque possieda questo tipo di coscienza cosmica astratta non coltiverà più l’intelletto.

Per questa persona, non sarà più sufficiente relazionarsi con gli altri in gruppi chiusi, ma con tutta l’umanità. Lui o lei non si limiteranno alle regole morali, ad allevare ed educare i bambini, a trasmettere informazioni alle nuove generazioni, a perpetuare la tradizione, a trasformarla, ad aggiornarla. Per questo Essere, lo spazio è l’Universo e il tempo non esiste!

Per noi, cercatori del XXI secolo, non ci resta che immaginare, come in una bel racconto sacro, che un giorno, tutti noi – indistintamente, ognuno con il proprio tempo e modo – cominceremo a pensare e a comunicare in modo astratto, senza parole, senza immagini, senza concetti, senza metafore, senza simboli, senza analogie.

Ad un livello ancora più alto, il pensiero astratto sottile mostrerà che la nostra auto-consapevolezza può espandersi fino alla percezione del Tutto e di tutti gli esseri e delle loro vibrazioni. Il contatto con la vita esterna sarà non solo per ottenere le migliori modalità di sopravvivenza fisica, emotiva e mentale attraverso la relazione con gli altri esseri umani, ma anche la possibilità di trasformarci in energie manifeste del Tutto.

Allora, le nostre abitudini saranno in grado di trasformarsi completamente. La nostra alimentazione sarà eterica, il nostro sonno sarà sorvegliato dalla coscienza. Così, ci uniremo magneticamente con vari esseri e li trasformeremo mentre trasformiamo noi stessi.

Con la solida base data dalle scuole di iniziazione di tutti i tempi, possiamo già sognare che, in questo livello superiore, le nostre azioni principali saranno riassunte nel sentire-pensare-agire come puro Amore. La nostra attenzione sarà globale (avremo “mille occhi”!). Essere-sentire-pensare-agire sarà un unico atto globale, che non dipende dal tempo o dallo spazio. In ultima analisi, la nostra nozione di tempo sarà completa, a partire dalla comprensione che il tempo è un’illusione (può essere una linea o una forma geometrica che si sovrappone).

In questa cornice sacra, la vita eterna è il Tutto, e il Tutto è eterno: senza inizio e senza fine.

Tornando alle nostre domande iniziali, osserviamo che siamo individualmente molto diversi, ma anche molto simili nel nostro processo di esistenza – ognuno nel suo tempo e nel suo spazio vitale.

Proponiamo quindi le seguenti riflessioni: nella nostra vita quotidiana, quante volte ci spostiamo tra questi tre fondamentali livelli di coscienza? Ci stiamo muovendo sul cammino indicato da tutte queste scuole che propongono un processo di vera conoscenza di sé che permette una trasformazione totale della nostra coscienza e del nostro essere?

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Informazioni sull'articolo

Data: Settembre 27, 2020
Autore / Autrice : Grupo de autores Logon

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