Alchimia, un percorso verso l’oro interiore – Parte 3

La pietra filosofale è lo Spirito di Cristo, che deve compenetrare l’anima dell’individuo

Alchimia, un percorso verso l’oro interiore – Parte 3

 

Segue da parte 2

7.    Coniunctio (ricongiungimento), chiamata da alcuni “Battesimo dello Spirito”. Questa “connessione” è il risultato di tutte le fasi di trasformazione dinamica precedenti. Sia nei laboratori alchemici, sia nei nostri processi interiori, si dovrebbe fare una distinzione tra i cosiddetti “piccolo” e “grande” ricongiungimento. Il piccolo ricongiungimento ci conduce alla connessione tra le forze polari, gli opposti, il mercurio e lo zolfo nella terminologia alchemica. Sul piano spirituale, questi opposti, che creano il movimento delle forme esterne, sono parti complementari. Il risultato di questa unità è la cosiddetta Pietra Filosofale, che trasforma tutte le cose in perfezione attraverso la “colorazione” (o trasformazione in oro) – avviando il processo di trasmutazione in tutto ciò che tocca. Oppure, se usiamo un altro termine alchemico, è l’Elisir della Vita che cura tutte le malattie. Tuttavia, è bene prestare attenzione al fatto che, nonostante il loro frequente uso come sinonimi da parte degli alchimisti, la Pietra Filosofale e l’Elisir della Vita sono due aspetti diversi di questo processo – potremmo definirli come gli aspetti “maschile” e “femminile”. La Pietra è il seme spirituale, e l’Elisir è il terreno spirituale per esso. L’interazione tra loro nel cristianesimo è illustrata dal concepimento della Vergine Maria (la materia pura) da parte dello Spirito Santo. Gesù lo spiega a Nicodemo come “essere rinati nell’acqua e nello spirito”. In relazione a questo, molte incisioni sono state create nel Medioevo, raffiguranti il matrimonio del re e della regina. Da qui divenne popolare l’espressione “Matrimonio alchemico” (dal titolo di una notevole opera rinascimentale). Anche l’idea dello Sposo (Cristo) e della Vergine (l’anima) occupa un posto centrale nel Nuovo Testamento. Il grande ricongiungimento, che è possibile solo nell’Alta Alchimia, è l’unificazione finale dell’anima con le forze immutabili, eternamente creative, che si riflette inequivocabilmente nelle parole di Cristo: “Io e il Padre siamo una cosa sola”. Collegare l’Alchimia al Nuovo Testamento può sembrare sorprendente ad alcuni, ma in realtà i Vangeli, gli Atti degli Apostoli, e l’Apocalisse di Giovanni sono opere alchemiche notevoli – i testi più significativi del mondo occidentale che ci orientano nella trasformazione delle qualità dell’anima (“i metalli“). Gli esempi concreti di questo sono probabilmente innumerevoli, ma alla luce delle sette fasi descritte sopra, ognuno può ora scoprirli da solo. Per esempio, cosa può essere la Coagulatio, se non la Resurrezione? Che dire del processo settemplice esplicitamente evidenziato nell’Apocalisse di Giovanni con i sette sigilli, e con le lettere alle sette chiese? I processi sono sintetizzati concisamente anche nella seconda lettera di Pietro, un testo che è stato spesso considerato come la raffigurazione di un settemplice percorso di iniziazione: “Per questa precisa ragione mettete ogni impegno per aggiungere alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza, alla conoscenza il dominio di sé, al dominio di sé la fermezza, alla fermezza la pietà, alla pietà l’amore fraterno, all’amore fraterno l’amore”.[1]  Le seguenti parole di Paolo nella sua Lettera agli Efesini (2:13-15), non potrebbero essere più alchemiche e descrivere più pienamente la Coniunctio: “[…] voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo (nota: il riferimento è ai pagani e agli ebrei, ovvero gli opposti, il mercurio e lo zolfo alchemico). Egli infatti è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne. Così egli ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, […]”. Possiamo anche aggiungere la sua ben nota espressione: “La morte è stata inghiottita nella Vittoria” (1 Corinti, 15:54). Inoltre, uno dei più grandi mistici, Jakob Böhme, dichiarò esplicitamente nel XVII secolo che la Pietra Filosofale è lo Spirito di Cristo, che deve penetrare nell’anima dell’individuo. Il cammino da Betlemme al Golgota è precisamente il cammino della trasformazione, e descrive i processi nigredo-albedo-rubedo, come ponti nel passaggio di Gesù tra le fasi del battesimo, della trasfigurazione, della morte sulla croce e della risurrezione. Essi si riflettono anche nei personaggi di: Erode, la brama di potere (compreso quello spirituale); Giovanni, che vive nel deserto (purificazione), e viene a “raddrizzare i sentieri davanti al Signore”; Gesù, nato da una vergine nel presepe del cuore, che solo può essere il Cristo, figlio di Dio. Quindi l’Alchimia è un terreno sconfinato. Ma nessuna informazione su questo o su qualsiasi altro argomento spirituale può aiutarci in alcun modo, a meno che non abbia effettivamente preso piede nei nostri cuori, nelle nostre teste e nelle nostre mani. L’espressione latina centrale che riassume l’Alchimia è “Solve et Coagula”, tradotta come “Dissolvere e Coagulare”. E anche se nessuno ha finora articolato questo tema, l’espressione si può anche tradurre come “risolvere il problema e creare una (nuova) capacità di discernimento.” La capacità di discernere è qualcosa che ognuno di noi crede di possedere, proprio come Re Erode. Ora concludiamo il discorso con l’auspicio di una capacità di discernimento superiore, e di essere in grado di costruirla, per quanto possiamo.

 


[i] Seconda Lettera di Pietro, 1:5-7

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Informazioni sull'articolo

Data: Giugno 29, 2019
Autore / Autrice : Ventsislav Vasilev (Bulgary)
Photo: Pixabay CCO

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