Donazioni di organi – un atto di carità? Parte 3

Il significato della vita umana. Il nostro vero sé giace dormiente nel nostro essere come un seme. Aspetta che la nostra coscienza terrena percepisca questo seme e ne sostenga il dispiegarsi in un perfetto essere umano anima-spirito.

Donazioni di organi – un atto di carità? Parte 3

La multi-dimensionalità dell’essere umano

C’è una conoscenza originale, una Sophia Perennis, che si riflette in quasi tutte le tradizioni culturali. La troviamo nei Veda, nella filosofia ermetica, nel sufismo, nella teosofia, nell’antroposofia e nel cristianesimo esoterico, a cui appartiene anche la Rosacroce. Questa conoscenza originale include la consapevolezza che l’essere umano è un microcosmo settemplice, costituito da una parte immortale e una mortale.

Osserviamo più da vicino questo settemplice miracolo della nostra esistenza.
C’è il vero sé dell’uomo, il nucleo della sua immortale individualità. Il suo essere più interiore è:
(7) l’eterno, immateriale elemento spirituale (Atman),
(6) l’anima eterna (Buddhi) e
(5) la ragione superiore (il Manas superiore).
Questa trinità attende lo sviluppo nell’uomo terreno. Può creare le possibilità affinché ciò accada.
La personalità terrena è composta da:
(4) la mente terrena (il Manas inferiore) – il corpo mentale,
(3) l’aspetto emotivo – il corpo astrale,
(2) la vitalità – il corpo etereo e
(1) il corpo fisico.

È chiaro che è la struttura microcosmica immortale, con lo spirito e il nucleo dell’anima, che si immerge nel mondo materiale quando si incarna e si connette con una personalità terrena per avere una forma fisica come mezzo di espressione nel mondo materiale.

Il significato della vita umana

Il nostro vero sé giace dormiente nel nostro essere come un seme. Aspetta che la nostra coscienza terrena lo percepisca e ne sostenga il dispiegarsi in un perfetto essere umano anima-spirito. Il nostro desiderio di perfezione, giustizia, pace e amore onnicomprensivo, sono attributi del vero sé immortale. È il motore che ci fa cercare fino a quando non abbiamo trovato questa fonte interiore e riconosciamo che noi, persone terrene e autocoscienti, dobbiamo diventare servitori della nostra identità superiore, in modo che possa diventare attiva. Nel nostro vero sé, che è inscindibilmente connesso alla fonte divina, ci sono la saggezza e la forza creativa necessarie per consentire il risveglio spirituale nel nostro essere naturale, in modo che possiamo diventare uno strumento vivente delle forze spirituali eterne, e quindi essere in grado di sostenere l’evoluzione in armonia con la volontà divina.

Il senso più alto della nostra esistenza consiste nel sostenere una coscienza cosmica onnicomprensiva radicata nell’aspetto materiale.
Affinché ciò accada, il nostro pensiero terreno, la logica dell’ego, deve essere trasformata in una ragione superiore, in cui vi sono saggezza e amore. La nostra capacità di pensiero superiore è già attiva in uno spazio trans-personale di coscienza, e può esprimersi nel mondo materiale con l’aiuto del servizio volontario della personalità.

Quando moriamo, il nostro vero sé inizialmente si separa dalla forma fisica e porta con sé i corpi sottili nelle sfere dell’aldilà. Lì, l’essenza della vita vissuta è integrata nella struttura dell’essenza delle innumerevoli incarnazioni del microcosmo. Costituisce il seme per l’ideazione di una nuova incarnazione nella materia.

La legge del karma offre a ogni individuo la possibilità di sperimentare nella prossima incarnazione le conseguenze di tutte le sue azioni passate non conformi alla legge divina. In questo modo è possibile trascendere tali azioni e trasformarle in saggezza.

La ruota delle rinascite gira per il nostro vero sé fino a quando non riconosciamo il nostro vero destino e ne consentiamo la realizzazione. Il nuovo tipo umano è la realizzazione dell’immagine di un’anima-spirito, la cui manifestazione nella forma sarà imperitura e non più soggetta alla morte. Diventerà veramente un figlio di Dio, chiamato a collaborare alla manifestazione del tutto.
Quando diventeremo consapevoli di questo meraviglioso sviluppo, che è innato in noi e al quale siamo chiamati, allora, in silenzio, ci rivolgeremo interiormente al nucleo dell’anima celeste che dimora nei nostri cuori, e troveremo quindi la giusta decisione, che coincide con la volontà creativa superiore.

Quando acquisiremo la nostra autonomia interiore, la cui unica autorità vincolante è l’identità della nostra anima spirituale, sapremo in ogni momento come dobbiamo comportarci per rimanere in accordo con la nostra legge interiore.
Come riflessione finale sul mistero della vita e della morte, vorrei citare una poesia di Hermann Hesse. Il titolo di questa poesia è La vita che ho scelto.

Prima di entrare in questa vita terrena,
mi fu mostrato come l’avrei vissuta,
con tutto il suo dolore, le sue gioie, la sua luce.
Mi fu mostrato il bene e il male,
e l’abbondanza dei miei fallimenti.
Ho sentito un essere chiedermi
se avrei avuto il coraggio di viverla.
«Questa è la vita che voglio vivere!»
Ho risposto con voce determinata.

 

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Informazioni sull'articolo

Data: Gennaio 18, 2020
Autore / Autrice : Dr. Dagmar Uecker (Germany)
Photo: Ruth Alice Kosnick

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