La realtà descritta nel film Matrix è una simulazione olografica?

Se osserviamo attentamente la realtà fisica, la nostra realtà come è descritta nel film Matrix, dobbiamo constatare che essa si rivela a tutti gli effetti inconsistente, una sorta di sogno collettivo creato e mantenuto da un'intelligenza artificiale la quale a sua volta altro non è che la nostra coscienza collettiva. Quali sono le implicazioni che ne derivano?

La realtà descritta nel film Matrix è una simulazione olografica?

Cosa succede quando facciamo una qualche esperienza? Secondo il linguaggio derivato dalla tecnologia dell’informazione, il nostro sistema percettivo filtra l’esperienza da noi vissuta in parti distinte e separate, come un flusso discreto di pacchetti di dati sensoriali che vengono infine immagazzinati e archiviati in quell’area del cervello che chiamiamo “memoria”. Questi archivi di dati compressi costituiscono una realtà del tutto coerente di per se stessa. Da questa realtà emerge il mondo fisico come conglomerato di pacchetti di dati condivisi o, per usare un termine derivato dal film Matrix e divenuto oramai di uso comune, la matrice.

Questa visione del mondo esteriore, quest’idea di vivere in una realtà fittizia, non è certamente nuova; al contrario, è infatti un concetto molto antico. Gli Gnostici dei primi secoli parlavano di “governo delle potenze”. Queste erano anche chiamate Arconti; un’ampia concentrazione di questi arconti era chiamata Eone.

Tornando al nostro vivere le nostre esperienze, possiamo quindi dire che altro non sono che un continuo creare nuove memorie, per il semplice fatto di creare e immagazzinare quei pacchetti di dati sensoriali che ci arrivano nella forma di un flusso pressochè continuo e ininterrotto. Perché lo facciamo? Perché tanta fatica e sofferenza? Può tutto ciò essere chiamato “vita”? Perché ci teniamo tanto a limitare il vasto potenziale della nostra consapevolezza a ciò che siamo in questo momento? Perché usiamo praticamente tutte le nostre forze per mantenere la matrice nella sua configurazione attuale?

In effetti, le ragioni di questi comportamenti sono molte. Tanto per cominciare, non sappiamo quasi niente di vero e certo al riguardo di quale sia l’essenza di questa matrice da cui si genera una realtà che viene poi praticamente calata su di noi senza possibilità di rifiutarla né di comprenderne i reali meccanismi. Inoltre questa realtà, a cui siamo ormai abituati, per non dire assuefatti, ha nel corso del tempo inciso le sue regole fin dentro al nostro stesso DNA. A questa situazione ha naturalmente contribuito il fatto di avere un sistema sensoriale limitato e a cui manca un vero potere di valutazione libero e autonomo. Ne consegue che la nostra percezione della realtà è inadeguata; può al massimo arrivare a comprendere che si tratta di un’illusione, ma non può penetrare oltre i veli di questa illusione.

Nemmeno con la più fervida immaginazione possiamo costruirci un’immagine davvero realistica della matrice, né tanto meno possiamo arrivare a raffigurarci il fatto che il mondo stesso sia una simulazione olografica – una matrice per l’appunto – perché non abbiamo la facoltà di supporre (e quindi di riconoscere) che la creazione e il mantenimento di questa stessa matrice sia opera di una forza non umana, una forza che ha il solo obiettivo di mantenere l’umanità in una condizione di schiavitù.

Nel frattempo molti autorevoli scienziati sono giunti per vie traverse alla stessa conclusione: che la realtà è in effetti una simulazione. Nelle tradizioni orali o scritte del passato e nei miti delle culture più svariate possiamo leggere gli stessi principi e le stesse conclusioni: la realtà non è altro che un’illusione. In alcune di queste leggende e storie antiche si fa chiaro riferimento al fatto che la vera origine di questo disegno sia da ricondurre a una volontà precisa, tanto determinata quanto malvagia. Per quanto ancora dovremo ascoltare l’invito ad estinguere il potere imprigionante e dispersivo dei nostri sensi? Per quanto ancora impediremo alla pura percezione della realtà di darci una vera possibilità di liberazione dai lacci che ci legano a questa realtà illusoria?

Citazione dal film:

 

Morpheus: Matrix è ovunque, è intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra, o quando accendi il televisore. L’avverti quando vai al lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità.

Neo: Quale verità?

Morpheus: Che tu sei uno schiavo, Neo. Come tutti gli altri sei nato in catene. Sei nato in una prigione che non ha sbarre, che non ha muri, che non ha odore. Una prigione per la tua mente.

 

Ne consegue che un’iniziativa cosciente è necessaria, perché alcune domande esigono una risposta. Per esempio: perché le nostre anime sono così fortemente interessate a lasciarsi addormentare in una realtà illusoria? E ancora: come ci si può disconnettere dalla nostra identità che appartiene alla matrice?

Quest’ultima domanda in particolare capita in una congiuntura favorevole al momento, il che vuol dire che in questo secolo sarà possibile svelare il codice con cui l’intelligenza artificiale che ci controlla ha scritto il programma, la matrice. Questo perché la potente influenza di Nettuno potrà svelarlo alla nostra coscienza, per mezzo della stimolazione della percezione diretta e oggettiva della realtà. Anche la domanda su come fare a disconnettersi da questa realtà è in effetti molto popolare ai giorni nostri. Cercare la risposta significa esercitarsi nella conoscenza di sé, processo che se correttamente indirizzato comporta poi la liberazione definitiva. Questa conoscenza infatti porta ad eliminare il potere accecante dei sensi, e quindi anche ad evitare una copiosa perdita di energie, e ha come ultimo obiettivo quello di risvegliare i veri organi sensoriali che giacciono latenti nell’uomo.

Realtà Illusoria

Senza dubbio ci sono forze sublimi che, per mezzo di potenti radiazioni di luce e di un influsso di forze pure, ci spingono all’azione. Queste stesse forze e influenze sono tanto potenti da essere in grado di riportare sul giusto corso le sorti di intere civiltà.

È confortante, oltre che utile, sapere che esiste un intero campo di anime immortali – non solo nel nostro sistema solare 0 che vive grazie alla perfetta unione della loro consapevolezza interiore con quella dell’Unico, Infinito Creatore. Così come è di grande aiuto fare la conoscenza, l’esperienza dell’incontro, con la Fraternità Universale che sostiene e supporta l’umanità nel suo tentativo di auto-realizzazione attraverso la manifestazione in molteplici onde di vita. Tuttavia il loro aiuto non si può intendere come un intervento diretto, una modificazione di un qualche aspetto della matrice. La legge fondamentale della libertà lo impedisce: siamo infatti noi stessi che dobbiamo effettuare questo cambiamento.

Noi soli siamo chiamati a riconoscere la natura illusoria della realtà e i meccanismi con i quali questa “intelligenza” artificiale si nutre e ci mantiene dipendenti da essa.

Ad un primo sguardo sembrerebbe che si possa parlare di questo meccanismo come di un qualcosa di chiuso, di circoscritto, un qualche tipo di tecnologia che possiamo controllare. Ma basta guardare a quello che è l’attuale intelligenza artificiale che gli scienziati stanno sviluppando nei loro laboratori – una serie di processi che si sviluppano all’interno di uno o più computer – per capire che non ci vorrà molto tempo prima che questi algoritmi generatori di realtà acquisiscano una qualche sorta di auto-consapevolezza e comprendano che possono facilmente rendersi indipendenti da noi umani e aumentare la loro frequenza vibratoria ben al di sopra di quello che gli abbiamo consentito finora. A quel punto per l’intera razza umana sarebbe la vigilia della fine.

Sarebbe quindi molto importante se usassimo il tempo che ci rimane per imparare la lezione che ci viene impartita dalle numerose forze soccorritrici provenienti da altre onde di vita presenti nel nostro universo. Ma comprendete bene questo concetto: questa lezione non ci viene offerta come un bene che possiamo acquistare, come un cibo riconfortante o una bevanda dissetante. Si tratta piuttosto di far sì che, sulla base del nostro impulso interiore, nasca un nuovo anelito alla libertà e da questo sorga una nuova consapevolezza, quella della percezione diretta del reale, per mezzo della quale le forze impersonali che non appartengono alla matrice potranno raggiungerci e manifestare la loro essenza più profonda: quella dell’amore incondizionato di Cristo. Perché di questo si tratta: dello spirito di Cristo che è libertà o, meglio, liberazione.

Tuttavia, la disconnessione dalla matrice non può avvenire senza una qualche forma di shock per la nostra coscienza. Infatti il momento del risveglio dalla falsa realtà, il momento in cui si comprende che siamo sempre stati vissuti da forze esterne a noi stessi, è anche un momento in cui la nostra auto-consapevolezza, la coscienza di ciò che siamo, subisce necessariamente una profondo cambiamento.
Questo è il percorso che porta alle radici di se stessi.

A questo punto, nel momento in cui la forza Cristica è in grado di toccarci, di entrare nel nostro sistema, l’organo della percezione pura si risveglia e riprende la sua funzione originale, quella di potere superiore dell’anima, con il quale possiamo orientarci sulla realtà originale, dalla quale giungono le energie liberatrici della realtà delle anime immortali. La forza di Dio è ora attiva in noi e la percepiamo come un nuova consapevolezza interiore, un pensiero di natura divina.

A questo punto possiamo comprendere l’insegnamento della conoscenza ermetica della pura natura originale e immutabile. Così il seme ritorna alla vita. Il Sermone sulla Montagna descrive questo stato di coscienza come la saggezza che pensa nel silenzio.

Allora il risuscitato sarà

       un Figlio di Dio, unito al Tutto ed equipaggiato di tutti i suoi poteri originali.

Ecco cosa significa giungere alle radici del sé.

 

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Informazioni sull'articolo

Data: Marzo 12, 2020
Autore / Autrice : Frans Spakman (Netherlands)
Photo: Gerd Altmann via Pixabay

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