Non percorrere il cammino – sii il cammino (Parte 1)

Non è un segreto che miti di culture diverse contengano modelli archetipici di pensieri, sentimenti, comportamenti che riguardano le relazioni umane e le reazioni agli eventi del destino.

Non percorrere il cammino – sii il cammino (Parte 1)

Non è un segreto che i miti di culture diverse contengano modelli archetipici di pensieri, sentimenti e comportamenti riguardanti le relazioni umane e le reazioni agli eventi del destino. Li si può concepire come una sorta di matrice che imprime il suo sigillo nella nostra psiche, facendoci riproporre gli stessi modelli per migliaia di anni.

Coloro che hanno avuto un qualsiasi contatto con l’astrologia hanno certamente notato una convergenza tra i nomi dei pianeti e i nomi degli dei greci. Questa corrispondenza indica che le situazioni specifiche in cui venivano a trovarsi gli dei sono una descrizione metaforica dell’interazione tra le energie dei pianeti che portano lo stesso nome. Ogni corpo celeste ha una sua coscienza e una certa qualità energetica. Muovendosi e posizionandosi ad angoli specifici l’uno rispetto all’altro, questi corpi creano sistemi armoniosi o non armonici (chiamati: congiunzioni, trigoni, quinconci, sestili, quadrature ecc.), producendo così un’energia potente, di una qualità rigorosamente definita, che si “scarica” nei drammi che si svolgono sulla Terra. Gli attori di questi drammi sono tutti gli esseri che abitano il nostro pianeta, esseri umani, animali e piante, e anche minerali.

La disposizione dei pianeti al momento della nascita di un essere umano lascia un segno sui suoi corpi sottili, programmandoli di conseguenza. Pertanto, un astrologo esperto, esaminando il mandala su cui si colloca l’immagine della configurazione dei pianeti al momento della nascita, è in grado di descrivere con precisione il carattere, le forze e le debolezze di una persona, il modo in cui reagisce in situazioni specifiche, ecc. L’astrologo, inoltre, confrontando la carta natale personale con le configurazioni che i pianeti in costante movimento assumeranno nel cielo, determinerà ciò che una data persona dovrà superare in un dato momento, quali sfide dovrà affrontare, ciò che sarà facile per lui e ciò che sarà difficile.

Così, dopo una visita a un buon astrologo, può sorgere nell’uomo la domanda se il suo destino è stato stabilito in anticipo. Non assomiglia forse a una biglia di metallo che rotola su un binario già predisposto di un labirinto giocattolo? E se sì, allora chi ha posizionato i binari? E chi ha programmato il suo carattere, il tipo di personalità, le virtù e i vizi? La risposta automatica a quest’ultima domanda è che egli è stato in gran parte modellato dall’ambiente in cui è cresciuto, dalle sue condizioni di vita e dai suoi guardiani. Ma chi, allora, ha avuto un’influenza su questo ambiente? E vale la pena notare che una persona non è sempre completamente simile ai membri della sua famiglia. Può capitare che il suo carattere somigli a malapena al loro carattere. Quindi, da dove viene la sua individualità? La risposta a questa domanda può sembrare ovvia per le persone interessate alle scienze esoteriche. Tutto ciò è stato influenzato dalle condizioni karmiche, che sono l’eredità delle incarnazioni precedenti. Il destino attuale dell’uomo è un altro anello di una lunga catena di incarnazioni. Questi legami sono multicolori, ma in di una tonalità simile l’uno all’altro. Ogni collegamento è un circuito chiuso, un circolo in cui l’essere umano si è imprigionato, come insegna la saggezza universale:

      Osserva i tuoi pensieri, essi diventano le tue parole;

      Osserva le tue parole, esse diventano le tue azioni;

      Osserva le tue azioni, esse diventano le tue abitudini;

      Osserva le tue abitudini, esse diventano il tuo carattere;

      Osserva il tuo carattere, esso diventa il tuo destino.

E qui sorge la domanda: che rapporto ha tutto questo con la posizione dei pianeti alla nascita?

Com’è successo che l’uomo si è trovato in un mondo in cui è diventato prigioniero del suo destino?

La risposta a queste domande si può trovare nelle storie mitologiche di antiche culture native disseminate su tutta la terra. Si scopre che le storie archetipiche che fecondano la nostra psiche e influenzano i nostri comportamenti possono anche essere comprese a un livello molto più profondo e allo stesso tempo più universale. I miti egiziani, ad esempio, i cui protagonisti sono Nun, Ra, Nut, Geb, Osiride, Iside, Horus, Seth, Nefti e altri, così come temi primitivi come lotta fratricida, la gelosia, la morte dell’amato/a, il tradimento coniugale, la seduzione, la nascita di un figlio illegittimo, la lotta contro la bestia si riferiscono non solo ai drammi che avvengono nella psiche umana, ma soprattutto alla realtà spirituale. Descrivono, in modo metaforico, il potente processo di caduta della coscienza umana, che è connesso con la creazione di un nuovo universo non divino.

Descrivono anche come possiamo tornare alla nostra patria celeste. In un antico testo egiziano, proveniente dalle tombe dei faraoni Tutankhamon, Seti I, Ramsete II, Ramsete III e Ramsete VI, intitolato “Il Libro della Vacca Celeste”, troviamo una descrizione della ribellione dell’umanità contro il dio Ra che ad un certo punto ritiene di essere diventato troppo vecchio per occuparsi degli affari del mondo. Ra, avendo saputo della ribellione, chiama gli dei in consiglio affinché gli suggeriscano che cosa fare. Dopo il concilio, Ra manda il suo “Occhio” (la dea Hathor) a punire il popolo ribelle. Hathor compie la volontà di Ra e uccide migliaia di ribelli. Da madre che nutre nonché amica dell’uomo, Hathor si trasforma in Sekhmet, un demone assetato di sangue. Ra in seguito rimpiange la sua decisione, prova pietà per l’umanità e chiede a Sekhmet di fermare le attività sanguinarie. Ella rifiuta però, perché ha assaggiato il sangue umano.

Allora Ra utilizza un trucco e versa nei campi settemila vasetti di birra mescolati con ocra rossa simile al sangue.

Tratta in inganno, Sekhmet beve ettolitri di questa bevanda, sviene, e poi si sveglia cambiata. Diventa nuovamente l’amichevole Hathor.

La ribellione viene contenuta, ma Ra, stanco dell’ingratitudine umana, chiede a Nut di portarlo nelle zone più alte del cielo. E questo è ciò che accade. Ra, sul dorso di Nut trasformata in una mucca, si ritira nelle regioni superiori del cielo. Osiride e Thot lo sostituiscono nel governo del mondo. Prima di partire, Ra crea degli immensi canneti per le persone – l’aldilà, il luogo dove andranno dopo la morte. D’ora in poi, l’umanità diventa mortale e deve prendersi cura della Maat (l’antico concetto egizio di verità, equilibrio, ordine, armonia, legge, moralità e giustizia personificato in una dea antropomorfa con una piuma in capo).

Dal ritiro del dio Ra, il cielo e i corpi celesti vengono governati da dei inferiori. Le forze planetarie controllate da Ra si degenerano e si mescolano con i principi del male, del caos e dell’ignoranza.

Gli equivalenti greci della dea Hathor e del dio Ra erano Atena e Zeus. Nel mito greco della Gorgone, troviamo un altro filone che si riferisce alla caduta dell’umanità. La Gorgone, che può essere considerata come la coscienza umana, era inizialmente una bellissima ragazza. Venne incantata da Poseidone: il dominatore dei mari e venne da questi sedotta nel tempio di Atena (in questo contesto Poseidone equivale al dio egizio Seth/Typhon, considerato anch’egli, fra l’altro, il signore del mare e della tempesta). Atena, come punizione, trasformò Gorgone in un mostro che aveva enormi serpenti velenosi al posto dei capelli.

Gorgone, la nostra coscienza inizialmente meravigliosa, avendo perso la connessione con la saggezza divina, si collega al principio del male, del caos, dell’anarchia, il cui simbolo è Poseidone/Seth. Ecco perché il tempio originale della saggezza, che una volta era la nostra testa, è ora un tempio abitato da pensieri brulicanti e disordinati che sono la causa delle nostre sofferenze. I serpenti sono un’allusione al fuoco del serpente che scorre nel nostro midollo spinale, che è il vettore più importante della nostra coscienza. Vale la pena aggiungere qui che il pianeta Nettuno, il nome dato dai romani al dio Poseidone, gestisce la ghiandola pineale umana. Possiamo porre questo in relazione con la degenerazione di questo organo, in quanto risultato della fusione con il principio decaduto di Nettuno. Pertanto, le nostre menti sono per tutto il tempo “messo in moto”. Ma questo non è il movimento sacro, razionale, simbolizzato da Iside. È un rumore mentale ininterrotto che ci accompagna ovunque e in ogni momento. Ne siamo circondati. La maggior parte di noi prende i nostri pensieri per la realtà o la verità sul mondo che ci circonda. È molto difficile per noi osservare ciò che accade nelle nostre menti. In generale, i pensieri ci governano, evocano certi stati d’animo in noi, e provocano azioni impulsive, imprudenti. Non vediamo le cose come stanno. Le vediamo attraverso i filtri dei nostri pensieri e delle nostre credenze, che spesso si sono sviluppati attraverso esperienze spaventose e traumatiche.

Continua

 

 

 

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Informazioni sull'articolo

Data: Febbraio 21, 2020
Autore / Autrice : Emilia Wróblewska-Ćwiek (Poland)
Photo: Christina Adams

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