Uno sguardo diverso al pomo d’Adamo – Parte 1

"Colui che ha imparato a vedere questo mondo come un'ombra del mondo spirituale, non può più limitare la sua coscienza al regno delle ombre".

Uno sguardo diverso al pomo d’Adamo – Parte 1

Quando si taglia una mela trasversalmente, si vede nel mezzo il simbolo del nuovo essere umano: una stella a cinque punte. I “pensatori trasversali” sovente gettano le basi per nuovi sviluppi. Nel 1998, Elaine Pagels, nel suo libro Adam, Eve and the Serpent [1] , ha presentato una visione sorprendente della storia del paradiso, in cui il significato e l’esito del “morso fatale nella mela” sono stati completamente invertiti. Ciò ha suscitato scalpore nei circoli teologici, seguito da un lungo silenzio.

 

 

Adam's apple

 

Come sempre con le storie velate, ci sono molti livelli nella storia biblica dell’espulsione di Adamo ed Eva dal Giardino dell’Eden. Forse ciò che appare in superficie come una punizione è, in sostanza, una benedizione. Siamo così abituati all’interpretazione familiare della storia che rimaniamo sconcertati quando ne è data una spiegazione diversa. Se la nostra coscienza ha spazio per un approccio diverso e non siamo più totalmente assorbiti dalla vita di questa natura, cioè non siamo più esseri puramente naturali, allora la storia prende una piega completamente diversa: “stiamo mangiando la mela”.

La Bibbia, da questo punto di vista, è scritta per le persone che desiderano intraprendere la via del ritorno verso quell’altro mondo originale. Se esaminiamo la Bibbia sulla base dell’anima, ci rendiamo conto che tutte quelle storie indicano processi che possono verificarsi nell’essere umano. Ciò significa che quei racconti diventano improvvisamente molto attuali. 

Poi vediamo quanto segue: Adamo ed Eva vivevano in un paradiso, felici; erano uno con la natura, senza preoccupazioni. Ma possiamo anche vedere Adamo ed Eva che esercitano la loro influenza nel presente, nella nostra personalità di oggi. Adamo rappresenta il maschile, il principio creatore, ed Eva il femminile, il principio generatore. Improvvisamente non abbiamo più a che fare con alcuni umani del lontano passato, ma con il maschile e il femminile dentro di noi. Eva, all’interno della personalità, dipende quindi da Adamo per generare nuove intuizioni. Eva deve essere fecondata da Adamo; il principio generatore deve essere impregnato dal principio creatore. Se consideriamo il maschile come la testa e il femminile come il cuore, allora il cuore dovrebbe spronare la testa a pensare in modo diverso. Eva “invita” Adamo a mangiare la mela.

È quindi abbastanza logico che Eva abbia convinto Adamo a mangiare dall’albero della conoscenza del bene e del male, vale a dire che l’aspetto femminile dell’essere umano prende il sopravvento, stimolando l’aspetto maschile a dirigersi verso qualcosa che è finora sconosciuto. Ecco perché c’è così tanta enfasi sul vivere con il cuore e sul porre un guardiano alla facoltà del pensare.

Eva, secondo il racconto, era stata a sua volta sollecitata a farlo dal serpente, simbolo della coscienza. Che beneficio c’era per la coscienza nell’indurre Adamo a mangiare la mela? Autocelebrazione? Associazione con il principio della luce di Lucifero? O autoprotezione?

Prima che l’essere umano possa cambiare idea (la funzione di Adamo) deve avvenire un cambiamento nella coscienza. La scintilla di spirito, responsabile di quel cambiamento, è già all’opera molto prima di mangiare la mela per eseguire quel cambiamento nella coscienza. La coscienza naturale sperimenta che sta avvenendo un cambiamento e per legge di natura eserciterà la sua influenza. Cercherà di indurre la personalità ad aprirsi alla sua glorificazione, alla glorificazione dell’io. Qui abbiamo ancora una volta un caso in cui ciò che sembra essere sbagliato si rivela una benedizione mascherata. 

Mangiare qualcosa potrebbe essere paragonato a “assorbire qualcosa interiormente”. Quando Adamo mangiò la mela, assorbì il simbolismo della mela. In questo contesto la mela è il simbolo del microcosmo. Adamo divenne consapevole di essere più di un semplice essere naturale, di non essere solo carne e sangue. Si rese conto che non si vive solo per morire; che doveva esserci qualcosa di cui fino a quel momento lui era stato completamente inconsapevole. Lui (l’essere umano, quindi anche lei) diventa sempre più consapevole delle diverse influenze che lo attraversano.

Ermete dice che un tempo tra Dio e l’uomo c’era incoscienza. Un’incoscienza del divino. Quando si è inconsapevoli del divino non si può piangere la divinità perduta. Si vive in un’ignoranza paradisiaca. Quindi il detto: erano molto infelici ma non lo sapevano, suona molto plausibile.

E poi, mangiando la mela, tutto cambia. All’improvviso si sentono ricoperti da mantelli di pelle. Rivestiti da una sostanza carnosa. Incarnazione: nella carne. Arrivare a questa comprensione è un evento drammatico nella vita di un essere umano. Si prende così coscienza di essere duplici e si è cacciati dal paradiso terrestre, proprio perché si prende coscienza dello stato dell’essere. A dire il vero non era un paradiso dove si era sempre felici, ma si pensava che fosse una cosa buona, o almeno che sarebbe andata sempre meglio. Gli occhi (coscienza) non erano ancora aperti.

Ora improvvisamente vedono molto di più. È come accendere una luce in cantina e si vede cosa c’è immagazzinato lì. Il paradiso terrestre non è più un paradiso, ma un luogo dove si può vivere solo a spese degli altri. Vi si può vivere, dal punto di vista dell’essere umano naturale, solo uccidendo. Quando respiro, l’aria muore!

Ma questa non è l’unica conseguenza, perché allo stesso tempo c’è qualcosa in noi che richiede attenzione. Qualcosa d’indefinito, che corrisponde a quella nuova visione. E questo è l’inizio di una ricerca che spesso richiede anni. Potresti sentirti sconvolto, sentirti come se stessi vivendo in una terra di nessuno. 

Un ritorno all’antico paradiso terrestre, dove si viveva in felice ignoranza, non è possibile perché si prende coscienza dell’altro. Perché anche la luce interiore è stata accesa. Una volta che sai di essere sulla strada sbagliata, devi correggere l’errore o imparare a conviverci. Tuttavia, non sarai mai in grado di tornare all’incoscienza, anche se puoi fingere che non sia successo nulla. Puoi ignorare la chiamata silenziosa dell’altro; rimuoverla perché molto occupati con altre questioni; tuttavia, la coscienza di quell’altro, emergerà in momenti tranquilli.

Nel libro De burcht van de vrede (La fortezza della pace), di Karel van Wellinghoff  [2], è descritto come segue: “Colui che ha imparato a vedere questo mondo come un’ombra del mondo spirituale non può più limitare la sua coscienza al regno delle ombre”.

La storia del paradiso continua e ci racconta che una sentinella con una spada fiammeggiante fu posta di fronte al paradiso per impedire il ritorno dell’uomo. Sembra strano perché l’essere umano si era espulso dal paradiso, dalla sua incoscienza. In effetti, non c’era bisogno di una sentinella. Allora perché era lì? Quale cancello proteggeva?

Non l’ingresso al paradiso terrestre, perché l’essere umano aveva compreso che questo paradiso non era poi così paradisiaco. Forse la porta d’ingresso di un altro paradiso?

Un guardiano può essere qualcuno che presidia un ingresso, un passaggio, per impedirne l’accesso. Basti pensare alla sala delle nozze della storia di Cristiano Rosacroce, dove potevano entrare solo coloro che indossavano abiti adeguati. Quando s’indossa l’abbigliamento corretto, il guardiano cambia funzione. Diventa un rappresentante dell’ospite e in questa storia regala al visitatore la spada fiammeggiante. La spada fiammeggiante è il simbolo della nuova anima spirituale. Colui che era, che è e che verrà. Un dono che dobbiamo portare con dignità.

Cosa ci insegna tutto questo? 

Prima di tutto che niente è come sembra. Che siamo più indottrinati di quanto siamo consapevoli. E per rimanere al centro di questa storia: che carne e sangue non possono entrare a far parte del regno di Dio.

Che Adamo ed Eva in noi, dopo la nascita del cercatore, possano trasformarsi in Zaccaria ed Elisabetta e, dopo la nascita di Giovanni, in Giuseppe e Maria, determinando la nascita di Gesù e poi, nella fase finale, culminare nella realizzazione del Cristo. Il cercatore, il precursore, il realizzatore e l’ascendente.

Ma in primo luogo è necessario che Adamo, incoraggiato da Eva, mangi la mela affinché la personalità prenda coscienza di essere inclusa in un microcosmo.

E che sono nudi, privi della loro brillante veste di luce.

Continua in parte 2

 


Riferimenti

[1]  Elaine Pagels, Adam, Eve and the serpent – Sex and Politics in Early Christianity, Random House Usa Inc 1989

[2]  Karel van Wellinghoff, De burcht van de vrede (La Fortezza della Pace), Aspekt 2011

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Informazioni sull'articolo

Data: Giugno 8, 2021
Autore / Autrice : Theo Leyssen (Netherlands)
Photo: Pasja1000 on Pixabay CCO

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